La Regione Campania con D.D. n. 50 del 04/06/2012 (Burc n.
36/2012), ha autorizzato, la ditta CAVE.MAR. srl “alla prosecuzione della coltivazione con
concessione di superfici coltivabili in ampliamento nella misura del 30% (373.621
mc) rispetto a quella già
assentita della cava di calcare sita alla loc.tà Turci del comune di Solofra ed
interessante anche porzione di area sita alla loc.tà Pergola del comune di
Serino” prevedendo un piano di
recupero ambientale. L’autorizzazione “non rinnovabile” aveva
“durata di anni 5 (cinque), a decorrere dall’01/07/2012”.
Nel
28 luglio 2017 è stata approvata la Legge Regionale n.22 “Disposizioni sui
tempi per gli interventi di riqualificazione ambientale delle cave ricadenti in
Aree di Crisi e in Zone Altamente Critiche (ZAC) e per le cave abbandonate del
Piano Regionale delle Attività Estrattive” con cui di fatto si elimina il divieto di proroga e di rinnovo
delle autorizzazioni (ex L. R. n° 54/85), prevedendo anche la possibilità di proroga
delle coltivazioni per un periodo pari a quello massimo consentito di 8 anni. Il 19 luglio 2017, Legambiente Campania, prima della sua
adozione, ha inviato al Ministero dell’Ambiente e al Presidente e alla Giunta Regionale della Campania osservazioni
(consultabili on-line http://legambiente.campania.it/notizie/la-regione-campania-pronta-ad-approvare-disegno-legge-proroga-tempi-dismissione-delle-cave/) evidenziando criticità e illegittimità. Il
dispositivo adottato si connota di fatto come l'autorizzazione a continuare
l'attività estrattiva in aree già “oltraggiate”. Nello stesso PRAE (Piano Regionale Attività Estrattive) viene riconosciuto
che le attività estrattive pregresse hanno determinato nel tempo notevoli
impatti ambientali e che tali aree devono essere tutelate e
trattate con attenzione alla sostenibilità, limitando temporalmente i tempi di
riqualificazione ambientale.
Come Legambiente
locale all’indomani della sentenza, che aveva rigettato il ricorso del Comune di Solofra in opposizione alla
ripresa dell’attività estrattiva nel 2013, avevamo mostrato
preoccupazione per la presenza di abitazioni, insediatesi nelle prossimità
della cava, per l’area verde attrezzata della Madonna della Neve, per la Torre sovrastante, ma
soprattutto per il passaggio cittadino dei Tir per il trasporto da e verso
l’area di estrazione. Ora riscontriamo ancora un fermento di attività presso il
sito con disagi segnalatici dai cittadini. Riteniamo necessaria la
riqualificazione ambientale per il riscatto della stessa zona ma tutto deve
svolgersi in prospettiva di una più efficace limitazione del consumo del suolo
e nel rispetto dei luoghi. Altro aspetto che la legge pone a discapito del
territorio è il danno erariale. Infatti i concessionari delle attività
estrattive, che risulterebbero non aver ottemperato alle prescrizioni del PRAE
di completamento dell’esecuzione di tutti gli interventi necessari per la
riqualificazione ambientale entro il termine prescritto, piuttosto che vedersi
confutare dalla PA l’inadempienza e il danno per la mancanza dell’effettiva
riqualificazione, si vedono garantire ulteriori vantaggi. Pertanto Legambiente “Valle Solofrana” Solofra-Montoro,
allo stato attuale chiede agli enti
preposti di indicare lo stato dell’arte dei lavori, della riqualificazione ambientale
dell’area e delle attività di commercializzazione e in funzione di quali atti e
regolamenti le suddette attività risultino prorogate.
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